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Terza Pagina: Oltre la linea

Terza Pagina

Le linee del campo da rugby. Tante! Sempre chi dice che del rugby non capisce niente e per questo non lo segue, di linee non vuol nemmeno sentir parlare. Ma non è vero, tante persone ormai si sono avvicinate al nostro sport, sempre più apprezzato, ed è una scusa per evitare domande, perché se solo si mettono a pensarci…

La linea di meta la conoscono tutti, resta solo il dubbio se il pallone schiacciato sulla linea è meta o no: è meta , è meta! Te lo fanno vedere anche con la prova video! Così come ti fanno vedere se il piede dell’ala ha pestato la riga laterale, che così come la linea di meta è meta, così la linea del fallo laterale è fuori.

Siamo arrivati così alla seconda linea, il fallo laterale, che noi chiamiamo alla francese touche, ed è il più grande placcatore di una squadra perché basta una spinta e far toccare la linea all’avversario che il pallone diventa tuo.

A proposito di linee e di touche, ci sono due linee parallele alla linea del fallo laterale, ma tratteggiate: sono la linea dei cinque e la linea dei quindici, entro le quali prendono posto i partecipanti alla rimessa. Diritti però, e né più distanti né più vicini. Della linea di metà campo e della linea di fondo non sto nemmeno a parlare, sono parallele alla linea di meta, la linea di fondo va da una distanza minima di 5 metri a massimo 15, ottimale dieci, come ai nostri due campi principali.

Finito lì? No a complicare un po’ le cose altre due coppie di linee, sempre parallele alla linea di meta, la linea dei ventidue, appunto a ventidue metri dalla meta, area di difesa da dove puoi calciare direttamente in touche e chiamare il mark con una presa al volo, equivalente nei miei giochi di infanzia allo sbandiu, fermi tutti, e la linea dei dieci, a dieci metri appunto dalla metà campo. Devi passarla con i calci di inizio o ripresa del gioco dopo una marcatura, per poterla riprendere e giocare.

Siamo alla fine, manca solo la linea a 5 metri dalla linea di meta, tratteggiata, distanza minima per riprendere il gioco con una mischia o una touche.

E così tutte queste linee perpendicolari e parallele vanno a costituire una ampia scacchiera, e il gioco del rugby diventa un gioco a scacchi giocato in fretta, di corsa, con poco tempo per pensare e i pedoni che avanzano lenti ma inesorabili, i cavalli che scartano di lato, gli alfieri che tagliano il campo, le torri che corrono lungo la rimessa laterale, la regina che con il dieci fa quel che vuole, e il capitano che è il re, il pezzo più importante, il solo che può confrontarsi con l’arbitro. Tante linee, difficili da capire, ancor di più quando le devi tracciare.

All’ultima Four Cats Cup degli Olds ho aiutato Silvio Marchetto, che sceso dall’auto in parcheggio ha attivato il contapassi. Prendi la macchina traccialinee, taniche, spago, bandierine… Per tracciare, se non c’è la linea vecchia da ricoprire, devi tirare lo spago ad ogni linea, andando da un capo all’altro del campo, poi devi tornare a staccarlo e portarlo ad una successiva, non la più vicina, prima gli esterni, poi gli interni, da ultimi i tratteggi per fare gli incroci.

Due campi, le linee lunghe 120 metri, le corte circa 70. Moltiplica per il numero di linee, raddoppia per lo spago, ma non basta, ci sono i trasferimenti in mezzo, torna a riempire il serbatoio, qualche viaggio per pulire il beccuccio, raddoppia ancora per i due campi, conta anche la posa delle bandierine e la ricerca delle bussole.

Era un torneo Olds, non le abbiamo segnate tutte tutte, anche perché alla fine il contapassi dava quasi 10Km percorsi. Anche questi da moltiplicare per 2, che se uno si mette da solo! E a passo lesto, se no consumi troppo colore. Silvio infatti non vuole che lo segni Luciano, per questioni di gambe non all’altezza e di consumi di colore sopra la media!

All’ultima elezione federale FIR un candidato Presidente ha chiesto allo sfidante: ma tu hai mai segnato il campo? E io mi sono sentito compreso! E in buona compagnia!

Grazie a tutti quelli che segnano i campi, nella nostra società e anche in tutte le altre, e gran cosa le linee definitive del sintetico!

Leopoldo Carta

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