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Viaggio in Irlanda

Terza Pagina

In realtà non si va a Dublino, la partita del Sei Nazioni di sabato è di nuovo a Roma, all’Olimpico, ma giocare con i verdi irlandesi comporta in automatico un immergersi in un mondo fatato, di miti, leggende, sport celtici, simpatici bevitori di birra, sfrontate e allegre ragazze dai capelli rossi e vestite leggere anche in inverno. I gallesi hanno colorato di rosso l’olimpico, le signore vestite da tromboncino non mancano mai sugli spalti, i cori neppure, ma ci aspettiamo per sabato una indimenticabile e allegra invasione verde, con una fratellanza e rivalità riportata in tanti film sull’emigrazione che ci ha accomunati in America, che la fame era uguale per tutti.

Come Rangers Rugby Vicenza siamo andati alcune volte in trasferta in Irlanda, con i ragazzi o i più piccoli, e anche con gli Olds, ad imparare che quando c’è un tentativo di calcio di trasformazione si sta in silenzio, non solo allo stadio, ma anche al pub davanti alla televisione, o sul divano di casa, perché anche questo è rugby, che trovare una maglietta da rugby in qualsiasi negozio è normale, quasi come da noi!

Silenzio, rispetto, come non si parla mai durante gli inni, presentatori TV compresi. Al più si cantano, anche quelli degli altri. Inni appunto, doveroso ricordare come la Nazionale di Rugby Irlandese sia l’unica che riunisce i territori della Repubblica d’Irlanda e dell’Irlanda del Nord (Inglese) sotto un’unica entità e per questo cantano un’inno scritto appositamente: Ireland’s Call. Fa così: “Irlanda, insieme, spalla a spalla, risponderemo alla chiamata d’Irlanda” Stop.

Intanto con orgoglio abbiamo visto il nostro presidente Mattarella non solo allo stadio come spettatore, ma anche in campo prima della partita a salutare e farsi presentare tutti gli atleti. Quante volte lo abbiamo visto fare negli altri paesi, con i reali di Inghilterra in prima fila, indimenticabile per diversi motivi, gossip compreso, Lady D. tante volte sul campo e sempre fa un certo effetto vedere la sfilata di un membro della famiglia reale come “ospitante” sul campo di Edimburgo, con gli scozzesi che mugugnano pronti a cantare Flower Of Scotland, l’inno un tempo messo al bando dagli Inglesi, perché inneggiante alla lotta di indipendenza.

Celebre nel prepartita tra Scozia e Inghilterra un lungo discorso del capitano scozzese: “Oggi non si fanno prigionieri!“ quando il clima tra le due nazioni era più teso.

L’Italia del rugby, per restare in clima bellico è ancorata ai tempi del grande impero romano, alcuni tifosi portano l’elmo da centurione, ma in realtà noi giochiamo sulle attrattive di Roma con la sua storia e il suo clima fantastico, la battaglia la facciamo in campo. O almeno ci proviamo, come il primo tempo di domenica scorsa contro il Galles, grande emozione. L’Irlanda arriva da una sconfitta, ma è stata la più bella partita dello scorso fine settimana, contro una Scozia sfrontata.

Sarà comunque spettacolo anche domani, allo stadio, o su Dmax Canale 52 in chiaro, per tutti al Club del Gobbato di Via Sant’Antonino e anche a casa.

Signore e signorine comprese! Forza azzurri!

Leopoldo Carta

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