Dopo la vittoria al cardiopalmo ottenuta lo scorso mercoledì 11 aprile sul
terreno del Tarvisium e che è valsa la qualificazione al girone nazionale di
categoria è tempo di primi bilanci per l’Under 16 del Rangers Vicenza. Un primo sincero ringraziamento va ai ragazzi che ci hanno creduto fino in
fondo, a dispetto di mille difficoltà ed infortuni, conquistando con la
sofferenza e la tenacia che ormai fa parte del DNA di questo gruppo un
traguardo mai raggiunto nella storia del rugby giovanile vicentino.
Ed un plauso altrettanto grande meritano Bepi,Cleto, Giovanni e Barbara, persone così diverse tra loro ma tutte innamorate del loro lavoro di allenatori, che sacrificano ogni settimana tanto del loro tempo personale per seguire la nostra Under senza mai chiedere nulla in cambio, qualche volta non venendo gratificati nemmeno di un modesto sorriso di apprezzamento.
Si è arrivati in punta di piedi a competere con umiltà con società che fanno
parte del “gotha “del rugby italiano e solo questo pensiero dà la vertigine.
Ma ci piace anche pensare che la maglietta biancorossa che i nostri ragazzi
porteranno con onore in campo in questa fase finale di campionato è l’affermazione di un rugby di provincia che si credeva ormai perduto tra mille distrazioni mediatiche, un rugby che sa di antico, di olio di canfora e di
spogliatoi spartani, di tanta passione e di scarsi mezzi economici, quando non si conosceva cosa fosse un tessuto tecnico, e figuriamoci gli smartphone o l’Ipad… .
Eppure allo stesso tempo un rugby così moderno per la solidità morale e per l’entusiasmo che riescono a trasmettere ragazzi di 15/16 anni. E chissà che questo spirito un domani non si ritrovi in qualcuno dei loro figli e che anche loro lo dimostrino indossando con orgoglio la medesima maglia. Perchè, aldilà di ogni successo sportivo, è questo il buon seme che il Rugby Vicenza e la sua Under 16 vogliono fare attecchire.
Andrea Crisci

Antonella Signori
20/04/2012 at 10:21
Complimenti veramente a tutti. Allenatori, ragazzi e, mi permetto di dire, genitori. Genitori che seguono con entusiasmo e partecipazione emotiva diretta, sul campo, i successi ( perchè comunque sempre successi sono, anche quando non si vince) di questa bella squadra. Genitori che non hanno nel DNA il rugby, ma rispettano la passione del proprio figlio e lo sostengono anche se non lo vanno a guardare mentre gioca e sbuffano un po’ perchè le domeniche sono spesso di partita. Penso che il premio più grande e sincero per gli allenatori, o meglio per tutti, sia il legame forte che lega tra loro i ragazzi. Non conosco bene le regole del rugby, non assisto alle partite di mio figlio, temo sempre che si faccia male, gli allenamenti sono a volte gravosi per il ritmo famigliare…ma ringrazio chi sta insegnando al mio ragazzo a mettersi in gioco, a dare tanto, a essere amico, fratello, squadra. Un sorriso a Bepi, Cleto, Giovanni e Barbara. Antonella Signori Andriollo
Antonella Signori
20/04/2012 at 10:21
Complimenti veramente a tutti. Allenatori, ragazzi e, mi permetto di dire, genitori. Genitori che seguono con entusiasmo e partecipazione emotiva diretta, sul campo, i successi ( perchè comunque sempre successi sono, anche quando non si vince) di questa bella squadra. Genitori che non hanno nel DNA il rugby, ma rispettano la passione del proprio figlio e lo sostengono anche se non lo vanno a guardare mentre gioca e sbuffano un po’ perchè le domeniche sono spesso di partita. Penso che il premio più grande e sincero per gli allenatori, o meglio per tutti, sia il legame forte che lega tra loro i ragazzi. Non conosco bene le regole del rugby, non assisto alle partite di mio figlio, temo sempre che si faccia male, gli allenamenti sono a volte gravosi per il ritmo famigliare…ma ringrazio chi sta insegnando al mio ragazzo a mettersi in gioco, a dare tanto, a essere amico, fratello, squadra. Un sorriso a Bepi, Cleto, Giovanni e Barbara. Antonella Signori Andriollo