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la storia

Il rugby a Vicenza vanta nobili e lontane origini, ma si tratta di una storia poco nota.

La palla ovale fa la sua comparsa in città già negli anni Trenta del XX secolo, quando un gruppo di studenti universitari decide di fondare una squadra, all’epoca era in grado di competere con società come Padova e Rovigo. Purtroppo la Seconda Guerra Mondiale pone fine a quella meravigliosa esperienza, ma non certo alla voglia di giocare.

È così che negli anni ’60 uno dei primi pionieri del rugby vicentino decide che bisogna ripetere quell’avventura. Nuovi giocatori si gettano nella mischia e un’altra formazione prende vita con il nome di Recoaro Rugby XIII. Quella squadra partecipa al Campionato Nazionale di Serie A di rugby a 13 (una variante del rugby a 15), ma anche in questo caso non riesce a mettere solide radici e alla fine si scioglie.

I rugbisti sono però gente testarda e alcuni ex giocatori del Recoaro Rugby XIII pensano bene di fondare un nuovo club. Nasce così, nel 1974 l’Associazione Sportiva Rugby Vicenza, ovvero l’attuale società. La squadra inizialmente gioca al campo dei Ferrovieri, ma dal 1977 sosta la sede in via S. Antonino. Questa iniziativa segna la terza fase dell’insediamento del rugby a Vicenza, nel segno di un’ideale continuità con le precedenti esperienze.

Si tratta  di un ritorno in grande stile, perché la popolarità e la diffusione del rugby in città, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, sono davvero rilevanti: in breve si possono mettere in campo due squadre Seniores ed una Under 19. Vengono organizzati tornei studenteschi molto sentiti, a cui partecipano anche ragazzi che praticano altri sport. Infine nasce una formazione femminile che a lungo contende il primato nazionale a Treviso e fornisce numerose giocatrici alla Nazionale.

Sulla scia del Vicenza sorgono in provincia ben sei società, al punto che per un anno furono contemporaneamente in attività: Vicenza, Aeronautica Militare, Bassano, Recoaro, Thiene ed Alte Ceccato. Alla sera in allenamento raramente ci sono meno di 30- 40 giocatori. Ci si deve quindi conquistare il posto anche nella squadra riserve e il risultato è che lo Zugi (questo il nome del primo sponsor del Rugby Vicenza) si posiziona fin da subito ad un livello medio-alto della Serie C1 (a quei tempi, c’è anche una C2), mantenendo un indiscusso primato in provincia e dando vita ad epiche sfide con gli avversari dell’epoca: Este, CUS Padova, Verona.

Il Vicenza sfiora la promozione in B, negata da una sconfitta nei play-off contro il Civitavecchia. Questo forse è il punto di svolta, perché, dopo tanti tentativi, il passaggio di categoria rimane un sogno.  A questo episodio seguono anni di declino. Un guizzo arriva dalla fusione con il Titanus Rugby Vicentino di Thiene alla fine degli anni Ottanta, che porta al triplo salto dalla Serie C alla A2. Un anno viene a giocare a Vicenza anche un certo John Kirwan, talento neozelandese che arriverà ad allenare la nazionale italiana di Rugby tra il 2002 e il 2005. Il suo primo allenamento a Thiene viene ripreso da una troupe di Tele+ (allora agli esordi). È però doveroso ricordare altri personaggi che hanno lasciato il segno durante la loro permanenza nel Vicentino: da Beppe Artuso, veterano del Petrarca e della Nazionale, a Ian Foster, uno che ha fatto carriera, fino al funambolico Hector De Marco di Cordoba, che poi proseguirà con il Petrarca la sua carriera italiana.

In questo periodo però  si dà risalto ai risultati immediati, senza seminare per il futuro.Si allenta così il legame con il tessuto sociale della città, i giovani e le scuole. Nonostante tutto, però il rugby a Vicenza è sempre rimasto in vita e dal 1974 l’attività non si è di fatto mai interrotta. Ciò è avvenuto per merito di alcuni dirigenti e allenatori – come Angelo Gobbato – che non hanno mai mollato la presa. Così, dopo la scomparsa del Titanus a seguito di traversie societarie e problemi economici, sui campi di via S. Antonino è cominciata la rinascita del rugby biancorosso verso la metà degli anni Novanta, prima faticosamente, poi in maniera esplosiva con l’inizio del terzo millennio. Per arrivare ad oggi con la prima storica promozione nel Top 10, il massimo campionato nazionale organizzato dalla Federazione Italiana Rugby.

 

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