Questo è il commento di Mauro Maran allenatore di lunga esperienza nel settore giovanile dalle cui sapienti mani sono passati alcuni dei giocatori in campo:
La nostra meta è venuta fuori da un’azione che ad un primo momento ho chiamato scherzando “uno schema”. Passaggio a Fusetti all’ala, che tocca fortunosamente con un piede, palla che carambola in area di meta. Fusetti schiaccia.
Invece, a ripensarci, è l’emblema della crescita della squadra. In effetti era un “salto di un uomo” (cioè passaggio non al compagno vicino, a quello dopo) per anticipare lo scivolamento della difesa. Lo provano in allenamento, l’hanno usato al momento giusto. Da migliorare, certo, ma un gran passo in avanti. Alla fine hai perso perchè…non sei abituato a voler vincere. Scegli di calciare in mezzo alla porta anziché giocare alla mano: fai 3 punti in più; ti ricordi che la palla deve fare 10 metri e se non la giochi è tua: se non la tocchi con un piede così per fare invece non la rimetti in gioco, l’ala avversaria non raccoglie il pallone e non semina la difesa che non ha potuto schierarsi e due-tre che devono migliorare nel placcaggio, 5 punti in meno; eviti che l’ala che ha appena fatto meta passi in mezzo a uomini disperati per la meta (placcalo, cazzo!!!) e vada a posare la palla in mezzo ai pali: 2 punti in meno; ti ricordi che puoi annullare e riprendere dai 22 quando la palla viene portata nella tua area di meta dagli avversari invece di raccoglierla e calciare con il vento contro: touche per gli avversari a 5 metri + cerchi di capire cosa vuole l’arbitro e fili a 10 metri ogni volta che ti fischia contro invece di star lì a raccontartela ogni volta, quindi avvicini il punto della punizione di altri 10 metri: sommano altri 3 punti in meno.
Fai i conti e pensa come poteva finire. Con la prima in classifica. Giocando 45 minuti su 60 nella loro metà campo. Con i primi 20 minuti a pulire finalmente attivi i punti d’incontro e permettendo al mediano di aprire veloce e subito, gran ritmo, avanti e trequarti che si alternano, entrambi efficaci. Con la solita difesa asfissiante e placcaggi decisi ed avanzanti. Reagendo alle mete subite senza abbattersi, anzi lottando fino all’ultimo per tentare di vincere. Magari alla fine giocando meno di squadra e più con iniziative personali tipo “sono il più forte ora vinco io”; lo fanno anche i più grandi, ci sta (anche se va evitato, naturalmente). Bisogna essere un po’ più freddi e proseguire a giocare insieme: da migliorare, ma viene con la fiducia nel proprio gioco.
Complimenti agli allenatori che credono che allenare questi ragazzi non significhi cavar sangue dalle rape ma – con pazienza. certo… – cercare di dare loro gli strumenti per poter giocare, credendo nelle loro capacità. Complimenti ai ragazzi che hanno preso bastonate sulla schiena per mesi e sono ancora lì in tanti con ogni tempo, infame fango, e stanno ascoltando i loro allenatori e crescono di settimana in settimana.
Speriamo che continuino; e la smettano di cercare alibi in arbitri o avversari che fanno questo o dicono quello. Pensino invece che con poco potevano vincere, dopo aver usato la raspa ora hanno la possibilità di usare la lima per correggere le loro “impurità”. Basta che ci credano e lo vogliano.
Nicola Fusetti
Fabio Peretti
Alessandro Gulberti
Marco Maran
Luca Bartoli
Andrea Gallinaro
Mathieu Schaer
Luca Franceschetto
Alberto Giordino
Pietro Piantella
Matteo Maran
Massimiliano Belluomini
Michele Candiago
Riccardo Pomi