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Bilancio di un campionato e come cambia la serie A

Il campionato dei senior appena concluso ha lasciato un po’ di amaro in bocca per le ultime sconfitte ma in realtà è da giudicare estremamente positivo. Il primo anno nella massima divisione ci ha visto partire impauriti, nonostante alcuni innesti importanti e di esperienza, poi via via sono arrivate le vittorie, soprattutto in casa, la coscienza di potersele giocare tutte, alla fine bilancio estremamente positivo, permanenza nella categoria mai in discussione, promozione sfiorata, almeno come spareggio, trasferte un po’ deludenti.

Quest’anno abbiamo intrapreso una strada diversa, con più fiducia nei nostri ragazzi, innesti molto limitati e meno importanti come carriera ma più proporzionati al nostro modo di essere, un tentativo su un giovanissimo straniero e un sacrificio importante sul piano tecnico, di servizio all’intera società.

Jannie-Strumpher

Obiettivo prioritario evitare la retrocessione e magari anche gli spareggi relativi, che ad inizio campionato prevedevano cinque squadre su dodici coinvolte. Una tragedia. Poi la squadra ha conseguito vittorie importanti in trasferta,quelle mancate l’anno prima, un sostanziale equilibrio tra le compagini di tutto il girone ha messo ogni domenica tutto in discussione, solo il ritiro immediato del Catania e una resa non ottimale del Benevento hanno tolto di mezzo il pensiero retrocessione diretta. Per il resto incontri tutti in bilico fino all’ultimo minuto, alcuni vinti ed alcuni persi, incontri dove tutti erano praticamente a giocarsi o la salvezza o la promozione.

E’ arrivata qualche sconfitta di troppo, anche in casa, ma per dare l’idea del campionato abbiamo perso per una meta subita all’ultimo minuto con il Capoterra e con il Badia, che ora in teoria sarebbero ammesse a giocarsi la seconda il salto doppio in eccellenza, la prima invece deve giocarsi la serie B con il Firenze.Partite dall’esito uguale e sostanziale equilibrio in campo, ma per loro esito opposto del campionato. Per noi esito diverso se l’arbitro avesse fischiato un minuto prima.

Ora arriva la riforma, era nell’aria già da qualche settimana ora è ufficiale: non più due gironi leggermente sfalsati di merito, la crisi impone rigore a tutti e le trasferte lunghe e costose poco si addicono sia ai bilanci delle società che alle esigenze dei giocatori che al lunedì mattina sono a studiare o al lavoro, non in palestra a recuperare la condizione fisica. Magari con qualche punto di sutura addosso o qualche fratturina che è meglio far finta di niente. Ci sarà un primo girone a sei squadre territoriale, trasferte senza dubbio vicine ma grande agonismo e partite difficili, poi un secondo girone sempre a sei squadre per le prime tre di ogni settore per la promozione, per le ultime tre obiettivo non andare in B. Ancora da chiarire i seguenti incroci tra gironi per la classifica finale, facile pronosticare tra le prime quattro per lo scudetto, più complicato per la retrocessione; ultima di ogni girone diretta in B e penultima e terzultima a spareggiare ad incrocio? Vedremo. Comunque saranno quattro le retrocessioni.

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Come sarà il girone? La linea più a sud passa il prossimo anno per Roma, facile prevedere un girone a Nordovest, uno a Nordest, uno a centro nord e uno a centro/centro. Capoterra se ce la fa ricorda che non è solo questione di latitudine, ma per loro di aeroporti, e hanno ragione. Intanto la direzione intrapresa è giusta e condivisa, venti società schierate per dar corso da subito alla riforma, due favorevoli ma solo del parere di avviare tutto dal prossimo campionato 2015. Per i gironi si aspetterà l’esito degli spareggi promozione, le venete in campo sono Tarvisium e Paese, poi tra le più pronosticate Lumezzane, bresciani nostri avversari in tante occasioni negli anni passati. Mai capito quello che si dicevano in campo, ed era solo dialetto non una tattica.

Bilancio concluso? Non proprio. Lo scorso anno nemmeno si poteva parlare di esordienti in serie A, lo erano quasi tutti, ora dall’alto di ben un campionato già giocato per la rosa principale facciamo una menzione( salvo dimenticanze) a chi proveniente dal vivaio del Vicenza è esordito nella massima serie 2014/15:

Amura Stefano, classe ’92, inizia nelle prime giovanili e dopo alcuni anni passa per un paio di campionati al Valdagno, 1,94 di altezza per 120kg che non dimostra viene portato giocoforza in prima linea, entra in diversi incontri per poco tempo ma nei minuti cruciali del fine partita dimostrandosi sempre pronto e “all’altezza”.Da ricordare una stoppata perfetta su calcio di liberazione avversario, la cosiddetta “fotografia” non abituale per una prima linea, ma evidentemente nelle sue corde.

Meggiolaro Michele, anno 1991, 1,91 di altezza per 96 kg, incredibilmente nessuna esperienza nelle giovanili e direttamente tra i senior, prima tra i cadetti poi in prima squadra,in breve schierato titolare in seconda linea a sostituire l’indisponibile ed esperto Rizzo, diventa ben presto riferimento irrinunciabile in squadra, chiamato a disputare con Fracca rimesse laterali e mischie agli avversari, spesso con successo. Tanto ordinato e preciso che in tanti non ci siamo resi conto che era un esordiente assoluto.

Dennis Lucchin, anno 1994, 1,79 per 76 kg ovviamente ala/estremo, provenienza giovanili. Dopo un inizio anno travagliato ha ritrovato voglia e convinzione e disputato alcune partite da titolare nel fine campionato. Dotato di grande velocità e coraggio lo aspettiamo per il prossimo anno per una gradita conferma delle aspettative, e la voglia di esserci.

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Milan Stevanovic del 1994, 1,94 per ben 125 kg ben distribuiti, solitamente schierato in seconda linea, talvolta in prima. Inizia a giocare nel Valchiampo, poi passa nelle giovanili dei Rangers. Esordio fortunato a Capoterra, si guadagna anche una convocazione nella nazionale serba, sua patria di origine. Aspettiamo trovi maggior convinzione nei suoi mezzi, grandi aspettative anche per lui.

Peron Matteo, del 1994 come tanti di questi ragazzi, un percorso che parte da lontano , tutto il minirugby e le giovanili alle spalle, del resto come altri dei ragazzi senior( Matteo Pogni, Edoardo e Filippo Tonello, Nicolò Marchiori, Arrigo Savio per citare i più recenti),1,88 per 86kg, con caparbietà, serietà e coraggio si è guadagnato prima i gradi di capitano nelle giovanili, poi un esordio anche se di pochi minuti in serie A, motivo do orgoglio per lui, per la sua famiglia e la società tutta.

Quando si va a fare un bilancio di un anno sportivo queste componenti non sono un corollario, sono parte fondamentale di tutto quanto sta prima di un fischio d’inizio, grazie a tutti gli allenatori e dirigenti che hanno permesso questa crescita dei ragazzi negli anni scorsi, dal mini alle giovanili, alle società vicine a noi. Attenzione ora alla parte finale del campionato degli under 18, sono il nostro prossimo futuro, a quanto pare e ci auguriamo tutti un bel futuro!

Leopoldo Carta

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